domenica 18 dicembre 2011

Natale 2011

Quest'anno insegno in una prima elementare (primaria...ma l'assonanza mi disturba e torno alla vecchia dicitura!) e con bambini di sei anni occorre lavorare rispettosi delle loro fantasie e dei loro bisogni affettivi.
Ho invitato così i miei piccolini a raccontare a compagni e insegnante cosa significasse per loro la parola Natale: sono emersi ricordi, desideri di persone e cose, paesaggi, immagini, colori, odori, sentimenti,....
E' stato emozionante entrare così nel loro mondo personale e aiutarli a riconoscere nell'altro un pezzetto del loro mondo e a sentirsi meno soli.
Molti ad un certo punto hanno detto: "Ma anche lui ha paura di......, ma allora non solo io desidero......, che buona soluzione ha trovato ....per affrontare quella difficoltà,..."
Forse è questo NATALE per un insegnante: aiutare i bambini a sentirsi meno soli davanti alle loro difficoltà!

1 commento:

  1. paradossalmente io, che sono adulta, ho scoperto che queste tecnologie permettono "connessioni" e queste sono tanto più efficiaci quanto sono frequenti. Postare una riflessione e avere qualcuno che la condivide/critica/ri-edita è sentirsi meno soli. I bambini sono naturalmente smarriti difronte alle loro difficoltà, io, da adulta, ancora lo sono, ma so che con qualcuno mi posso "accompagnare". E un bel pensiero di Saint Expupery è che "Amarsi non è guardarsi negli occhi, ma guardare nella stessa direzione". Il compito di noi educatori è aiutare i bambini a trovare l'orizzonte di senso, a noi adulti il compito di andarci assieme.

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